venerdì 23 ottobre 2009

Ricette cocktail

ciao....
oggi vi posto un sito interessante contenente ricette cocktail suddivise per categorie ed ingredienti,
contiene anche un corso barman on-line

www.cocktailmania.it

domenica 25 gennaio 2009

Una tipica richiesta di scambio link

Quasi sempre i clienti per cui seguiamo il web marketing ci prendono come punto di riferimento per tutta la loro attività online, chiedendoci consiglio per qualsiasi decisione, anche se spesso si tratta piuttosto di decisioni di business piuttosto che scelte operative.
In particolar modo in merito a questioni che hanno a che fare con proposte di terzi ci viene quasi sempre richiesto l’intervento, in quanto, grazie all’esperienza specifica, siamo meglio in grado di valutarne la convenienza.Ci troviamo in questi casi a dover gestire vere e proprie negoziazioni “per conto di”, ed a volte i risultati possono essere anche comici, specie quando abbiamo a che fare con la classica richiesta di scambio link.

Ecco un esempio di pochi giorni fa…
Mail di contatto iniziale (inviata al cliente)

Buongiorno,
sono il webmaster del sito www.xxxx.com. Vorrei effettuare scambi di links con www.yyyy.com ed eventualmente altri vostri siti per poter migliorare l’indicizzazione del nostro network nei motori di ricerca. Oltre a www.xxxx.com gestisco anche altri siti di altre tematiche e in varie lingue.
Se siete interessati ad effettuare uno scambio di link vi prego di contattarmi a questo indirizzo: webmaster@xxxx.com
Cordialmente, Mario Rossi

Il cliente ci gira la mail, e noi rispondiamo in sua vece.
Nostra mail di risposta

Gentile Mario,
seguiamo la promozione del sito yyyy.com Purtroppo il sito xxxx.com risulta molto debole (se non addirittura penalizzato) rispetto a yyyy.com e agli altri siti che gestiamo, quindi al momento non possiamo considerare la possibilità di uno scambio. Se lo desidera ci mandi una lista degli altri siti disponibili nel suo network e valuteremo la possibilità di scambi reciprocamente vantaggiosi e “Google Safe”.
Cordiali saluti e grazie

Il webmaster cade dalle nuvole e scrive a breve giro, stupito ma forse anche un po’ seccato, chiedendo spiegazioni

Controrisposta del webmaster Mario Rossi
Caro collega…
Non capisco perchè dici che il sito xxxx.com è “debole”, visto che è un pr=4 nella homepage e tutte le pagine interne sono pr=3 e linkate dalla homepage. Inoltre xxxx.com ha anche circa il doppio dei backlinks unici rispetto a yyyy.com…
Quali sono i parametri secondo i quali valuti il valore SEO del sito?
Cortesemente, rispondiamo alla domanda con argomentazioni pertinenti.

Nostra controrisposta al webmaster
Gentile Mario,
qualche mia vecchia conoscenza risponderebbe “la consulenza si paga” ma tra colleghi invece è bello discutere di queste cose Il pagerank non lo guardo neppure più, la quantità di link in ingresso meno ancora, guardo soltanto i concreti posizionamenti sulle keyword (competitive e non) e le possibilità di crescita che ha il sito nel tempo (quando viene curato, se è nato per durare ecc…).
Al momento, pur trattandosi di un sito esistente da anni, anche testandolo su brevi frasi prese qua e là dai titoli e dai contenuti delle pagine, non risulta posizionato o lo è con un ranking inferiore ad altri siti, la cosa indica una certa debolezza del sito o addirittura una penalizzazione (nel caso specifico propendo per la seconda ipotesi).
Un saluto e a presto

Abbiamo voluto riportare questa recente “conversazione” che riteniamo più istruttiva di molti post, non credo servano ulteriori commenti

venerdì 23 gennaio 2009

Dove fare promozione online nel 2009?

Per il 2009 si prevede un taglio dei costi un pò in tutti i settori a causa della crisi economica preannunciata. Si cercherà naturalmente anche di spendere meno e meglio nelle attività di marketing on e off line. Chi si occupa si search marketing sa che fare promozione nel momento del bisogno di informazioni è l’operazione più importante che ogni marketer vorrebbe fare per far decollare il business dell’azienda per cui lavora. Internet per sua natura è diventato il principale canale in cui gli utenti/consumatori cercano le informazioni. Le aziende più accorte credo quindi concentreranno meglio i loro sforzi su tale canale, facendo attenzione nel presiedere i luoghi giusti dove i suoi potenziali clienti navigano.
Sebbene ultimamente si parli molto di Social Networks, i siti che maggiormente vengono utilizzati sono stati nel dicembre 2008 i motori di ricerca (almeno in UK, secondo eMarketer). In questi due canali probabilmente converrà ancora investire nel 2009 (per i social networks limitatamente a prodotti e servizi B2C con target i giovani), puntando anche a portali e/o community di riferimento per i peculiari mercati aziendali.
Google resta comunque il driver principale per far incrociare aziende e clienti, e SEO e ADWords continueranno a dare grosse soddisfazione per chi avrà la capacità di sfruttarli appieno.
La crisi del 2009 quindi, se è vero che costringerà tutti a stringere un pò i lacci del borsellino, credo evidenzierà definitivamente quanto il web sia diventato il luogo più importante in cui i consumatori finalizzano i processi d’acquisto, e quanto il Search Marketing sia una potentissima arma di comunicazione/marketing/vendita destinata a spodestare passo dopo passo i tradizionali metodi e canali su cui le aziende “old” e le media agency”old” continuano a operare, spesso con scarsi evidenti risultati.
Ma si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e peggior cieco di chi non riesce a vedere…

giovedì 22 gennaio 2009

L’88% dei termini utilizzati per “navigare” sono nomi di aziende, prodotti o portali.

Secondo una rilevazione di Experian in Gran Bretagna: l’88% dei termini utilizzati per “navigare” sono nomi di aziende, prodotti o portali.

Sono sempre meno gli internauti che immettono nei motori di ricerca termini generici, come “voli a basso costo” o “arredi”, e crescono sempre più quelli che effettuano le ricerche per nome o per brand. Lo afferma Hitwise (società del gruppo Experian specializzata nel monitoraggio della comunicazione su Internet), che ha rilevato come tra i 2000 termini ricercati su Internet nel Regno Unito oramai l’88% abbia riguardato brand o nomi (di enti, società o prodotti), contro il 65% rilevato nel 2005.

E’ solo l’evidenza più netta dello studio “Your brand online report”, pubblicato da Hitwise-Experian, che pone anche in rilievo come: la classifica dei nomi più ricercati sia molto polverizzata, con nessuno di essi che supera l’1,5% delle interrogazioni: il primo per percentuale di ricerche è Facebook (1,4%), che precede di poco i siti di brand mondiali noti e delle piazze di e-commerce come eBay.

Il 91,3% degli internauti prima o poi finisca sul sito ufficiale del brand o del prodotto, ma spesso dopo avere visitato altri siti che i motori di ricerca presentano quando contengono riferimenti al nome cercato; e come il restante 8,7% non vada apposta sui siti ufficiali, preferendo informarsi sull’ente o il prodotto che interessa sui siti dei media o delle comunità spontanee su Internet (social network, come la già citata Facebook, Bebo o My Space).

Comunque, anche per quanto riguarda gli accessi ai siti ufficiali dei 100 brand più noti, il 35% di essi transiti dai motori di ricerca, che mostrano e invogliano di fatto a visitare i siti alternativi a quelli ufficiali; sia rilevante il peso della pubblicità sui media classici (stampa, radio e TV) nel generare maggior traffico sui siti Web (anche superiore del 30%) nei periodi di campagna, e come gli stessi centri media utilizzino il dato per misurare l’efficacia delle campagne, come è avvenuto per quella dell’agenzia viaggi Teletext Holidays che ha generato incrementi di traffico sul sito del 34% e che è stata giudicata efficace proprio per questo.

Per Robin Goad, Direttore Ricerche di Hitwise “La propensione, oramai schiacciante, a effettuare ricerche per marchi o nomi di prodotti si salda con i costante e incessante sviluppo dell’utenza Internet, e con il fatto che i motori di ricerca possono proiettare l’internauta su un qualsiasi sito, compresi quelli critici o della concorrenza“.

Per Lynn Brunner, della Divisione Marketing di Experian e coautrice dello studio “E’ giunto il momento non solo di creare il giusto mix tra comunicazione online e offline, ma anche di investire di più nei servizi che già permettono di indirizzare prioritariamente ai siti ufficiali dei brand d’interesse“.